Il settore artistico-culturale come sostiene le sue attività? Una breve panoramica delle fonti di finanziamento

Il settore artistico-culturale come sostiene le sue attività? Una breve panoramica delle fonti di finanziamento

Introduzione

Il settore dell'arte e della cultura è responsabile dell’arricchimento della mente e dello spirito della popolazione - spesso però esso non è in grado di autofinanziare le proprie attività. Come fare per fronte a questo problema? Ogni Stato ha sviluppato un sistema per sostenere le arti. Ecco alcuni esempi di fonti di finanziamento destinati a questo specifico settore.

Sostegno sovranazionale

L’UE, tra i suoi vari obiettivi, si pone proprio quello di promuovere e proteggere il patrimonio culturale e le ICC (Imprese Culturali e Creative). La Commissione Europea ha introdotto una serie di iniziative tra cui il programma Europa Creativa 2014-2020. Quest’ultimo, con un budget di 1,46 miliardi di euro, si propone di sostenere gli artisti, le organizzazioni culturali, il patrimonio, le belle arti, l’editoria, il cinema e molto altro. L’UE supporta anche altri progetti come le Capitali Europee della Cultura, concorso annuale finalizzato ad esaltare la ricchezza e la diversità culturale europea, nonché ad accrescere il senso di appartenenza ad uno spazio culturale comune europeo. Inoltre, la Commissione intende ridurre il divario tra regioni europee più avanzate e quelle in ritardo di sviluppo tramite l’assegnazione dei Fondi Strutturali per la cultura. In più c’è l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) che, nella strategia di medio termine per il periodo 2014-2021, conferma tra i suoi obiettivi la protezione, promozione e trasmissione del patrimonio. Negli anni, l’organizzazione ha saputo sostenere il settore culturale tramite convenzioni culturali, raccomandazioni, dichiarazioni e programmi intergovernativi. In concreto, i fondi UNESCO vengono assegnati ai Paesi in situazioni di crisi, pericolo e conflitti al fine di proteggere e salvaguardare i beni culturali a rischio.

Intervento statale (Italia e Francia)

A livello statale, nella maggior parte dei Paesi dell’Europa occidentale, il settore delle arti sopravvive grazie ai sussidi pubblici. Per esempio, in Italia il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact) ripartisce il budget annuale fra vari centri di responsabilità dedicati al turismo, alle biblioteche e istituti culturali, ai musei, all’archeologia e così via. In molti casi l’intervento statale è insufficiente e si sta riducendo anno dopo anno a causa dei tagli alla cultura. Per far fronte a tali mancanze, oggigiorno intervengono gli enti locali, come i Comuni, i quali contribuiscono in maniera consistente alle spese per la cultura. Non è da meno lo Stato francese che da sempre sostiene le arti e il patrimonio dedicando una particolare attenzione ad aspetti quali la democratizzazione della cultura e la creazione contemporanea. Per l’anno 2018 il budget per la cultura, inserito nel PLF - Projet de loi de finance (legge finanziaria), ammontava a ben 10 miliardi di euro. Fino agli anni Ottanta, l’amministrazione francese era caratterizzata da una struttura fortemente centralizzata non sempre in grado di soddisfare i bisogni locali. Dopo varie fasi di decentramento, attualmente lo Stato collabora con le Regioni, i Dipartimenti, i Comuni e gli EPCI (Établissement public de coopération intercommunale). Anche qui i Comuni si dimostrano particolarmente solidali nel finanziare iniziative locali, musei, scuole e teatri. All’intervento diretto dei governo centrali si affiancano altri mezzi come il conferimento di agevolazioni ad enti non profit, le detrazioni fiscali, e le sovvenzioni per i privati e per le imprese culturali.

I Paesi anglosassoni e il contributo dei privati

I Paesi anglosassoni, adottando favorevoli regimi impositivi per le donazioni verso imprese non profit, hanno incoraggiato il sostegno privato alla cultura. Per esempio, gli americani vantano una vera e propria tradizione nella pratica del fundraising che si è ampiamente diffusa sia tra singoli individui, sia tra fondazioni o aziende. Già nel 1993 il supporto privato raggiungeva il 23,5% del totale dei ricavi museali. Anche il Canada e il Regno Unito hanno introdotto la medesima struttura sia per quanto riguarda l’esenzione fiscale sia per l’utilizzo di specifiche formule per le donazioni individuali e programmi di sponsorizzazioni. Nello specifico, una donazione deriva da un gesto filantropico, solidaristico che non richiede alcuna controprestazione obbligatoria da parte dell’ente beneficiario. A volte una donazione si identifica in un lascito oppure in una formula Membership/friends. D’altra parte, una sponsorizzazione è un’iniziativa a scopo promozionale in grado di fornire all’impresa, o alla fondazione sponsor dell’ente culturale, una controprestazione. Essa solitamente corrisponde a tutta la pubblicità che viene fatta per aumentare la visibilità del marchio dello sponsor. In aggiunta, negli ultimi anni si è diffusa una pratica alternativa per sostenere il settore delle arti: il crowdfunding. Nato come strumento da imprenditori ed imprese tech, essa si riferisce allo sforzo di un network di persone che decide di sostenere finanziariamente altri individui o organizzazioni. La raccolta dei fondi avviene principalmente su delle piattaforme online. La formula più utilizzata è il micro- giving: numerosi utenti, donando liberamente una somma di denaro, riescono a sostenere un progetto e a fare la differenza.

Conclusioni

Il coinvolgimento dei privati ha reso il settore culturale meno dipendente dai sussidi pubblici ed ha aumentato la differenziazione delle fonti di finanziamento. Seguendo l’esempio degli USA, alcuni Paesi europei, stanno iniziando a promuovere delle politiche di sviluppo delle risorse proprie degli istituti culturali per far fronte ai tagli alla cultura. In particolare, in Francia, negli ultimi dieci anni, si è registrato un aumento del tasso di autofinanziamento di numerosi organismi culturali pubblici. Questo approccio intende incrementare i ricavi provenienti della vendita di biglietti e di varie attività commerciali come il merchandising, le licenze d’immagine, le pubblicazioni, la ristorazione, le privatizzazioni nonché le donazioni, le sponsorizzazioni e le partnership speciali. Le istituzioni museali, ad esempio, possono inviare parte delle loro collezioni ad altri enti culturali per una mostra temporanea vendendo quindi “expositions clés en main” (esposizioni chiavi in mano) in grado di generare nuovi profitti. Questa strategia può rivelarsi tanto remunerativa quanto complessa a causa della fragilità delle opere d’arte, i problemi legati al trasporto e agli accordi d’invio. E' qui che entra in gioco la soluzione di trasporto Convelio - con i nostri preventivi istantanei ed altamente competitivi, possiamo spedire le opere dall'Europa e dagli Stati Uniti. Il nostro team é efficacemente attrezzato per accompagnare tutte le collezioni d’arte itineranti assicurando sempre quella elevata qualità del servizio e dell’esperienza clienti che ci si aspetta del mondo dell’arte.

March 11, 2020